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Perché piango ancora? Quando il dolore per la perdita è normale

"Il lutto ci permette di guarire, di ricordare con amore piuttosto che con dolore".

Perché piango ancora? Quando il dolore per la perdita è normale

Le parole della scrittrice Rachel Naomi Remen sottolineano che quando si subiscono perdite significative inevitabilmente si sperimenta una qualche forma di dolore: nel fisiologico processo di lutto la persona nel tempo si adatta funzionalmente ai cambiamenti provocati dalla perdita subita, con la possibilità di procedere efficacemente con la propria vita.

La perdita è una parte inevitabile della vita: sebbene alcune perdite possano essere comprese e accettate come normali, necessarie per un sano processo di crescita e sviluppo (come ad esempio la perdita dell'ingenuità dell'infanzia vissuta come il costo normale e necessario all’esperienza della maturazione), altre perdite possono rappresentare una sfida maggiore a causa della loro natura percepita come anormale o inutile, che può comportare un senso di interruzione profonda e duratura della vita stessa.

La persona in lutto per la perdita di una persona significativa, come di un ruolo significativo o dello stato di salute si sente lasciata priva del significato che quel rapporto con la vita, gli altri e il mondo forniva e del valore che ne derivava.

Il processo di lutto per la perdita si avvia attraverso la normale e fisiologica reazione al dolore che è composta da una serie di fenomeni che possono essere sperimentati dall’individuo in misura e intensità diverse e per periodi di tempo maggiori o minori dopo la perdita, a seconda della natura del lutto subito.

L’esperienza di dolore, in particolare nelle prime settimane successive alla perdita, può spesso assomigliare a quella dello stato depressivo: coloro che sono nel dolore nella fase iniziale spesso soffrono di tristezza intensa, perdita di umore e motivazione correlata e frequentemente disturbi del sonno e cambiamenti significativi dell'appetito.

Identificare e risolvere il dolore complicato

Il dolore complicato può riguardare le circostanze della perdita, la relazione con il defunto, le esperienze di vita dell'individuo, la resilienza emotiva e la capacità di far fronte, il supporto sociale e gli eventi stressanti della vita quotidiana.

Di seguito vengono riportati sintomi comuni che è ancora possibile sperimentare mesi o addirittura anni dopo che si è verificata una perdita significativa:

  • incapacità di riferirsi alla persona defunta, alle circostanze o alla natura della perdita senza significativo disagio: frasi comuni come “non sono ancora in grado di far fronte o superare la perdita...non posso ancora credere che sia successo” denotano ancora notevoli difficoltà nel parlare di aspetti della perdita con amici o familiari e senza aver sentito il bisogno di cercare un sostegno;
  • sperimentare la "presenza" del defunto (lo si vede tra la folla, pare di sentire il proprio nome chiamato dal defunto o ci si aspetta che egli sia la ragione per cui il telefono squilla o si sente bussare alla porta);
  • sperimentare una reazione esagerata e angosciante difronte ad altri eventi di perdita o trauma che normalmente avrebbero un impatto limitato o transitorio, soffermandosi non solo sulla propria perdita, ma anche sulle perdite degli altri e sul tema della perdita in generale;
  • accumulare i beni del defunto ("Non so cosa farei se li perdessi!") o, al contrario, rimuovere immediatamente tutti gli oggetti che richiamano alla memoria il defunto e la sua perdita;
  • preoccuparsi in maniera significativa per gli anniversari relativi alla perdita, subendo spesso un notevole peggioramento dei sintomi depressivi;
  • mostrare significativi cambiamenti di personalità o identificarsi nel comportamento della persona defunta;
  • sperimentare sintomi fisici inspiegabili che possono assomigliare alla causa di morte del defunto o ad altre caratteristiche sanitarie o fisiche ad esse relative.

Dr.ssa Daria Carli Giori
Psicologa, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR a Sesto Calende (VA)

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